La Parola della Domenica 3 settembre
«Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua»
Rev. D. Joaquim MESEGUER García
(Rubí, Barcelona, Spagna)
Oggi, osserviamo Pietro —figura simbolica, gran testimone e maestro della fede— anche come uomo in carne ed ossa, con virtù e debolezze, come ognuno di noi. Dobbiamo ringraziare gli evangelisti che ci hanno presentato con realtà la personalità dei primi seguaci di Gesù. Pietro, fa una eccellente professione di fede —come vediamo nel Vangelo di Domenica XXI— che merita un gran elogio da parte di Gesù e la promessa della massima autorità dentro della Chiesa (cf. Mt 16,16-19), riceve anche dal Maestro una severa ammonizione, perché deve imparare ancora molto nel cammino della fede: «Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!» (Mt 16,23).
Ascoltare il rimprovero di Gesù a Pietro è un buon motivo per fare un esame di coscienza con rispetto al nostro essere cristiano. Siamo veramente fedeli all’insegnamento di Cristo, fino al punto di pensare realmente come Dio, o piuttosto ci adattiamo alla forma di pensare e ai criteri di questo mondo? Nel trascorso della storia, i figli della Chiesa, siamo caduti nella tentazione di pensare come il mondo, di basarci nelle ricchezze materiali, di cercare con ansia il potere politico o il prestigio sociale; a volte ci spingono di più gli interessi mondani che lo spirito del Vangelo. Di fronte a questi fatti, ci rivolgiamo una domanda «Qual vantaggio infatti avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima?» (Mt 16,26).
Dopo aver chiarito le cose, Gesù ci insegna cosa vuol dire pensare come Dio: amare, con tutte le rinuncie, che ciò comporta per il bene del prossimo. Per questo, seguire Cristo, passa per la croce. È un accettazione sviscerata, perché «con la presenza di un amico e capitano così buono come Cristo Gesù, che si è messo a capo delle sofferenze, si può soffrire tutto: ci aiuta e ci sprona; non manca mai, è un vero amico» (Santa Teresa d’Ávila). E… quando la croce è il simbolo dell’amor sincero, è allora quando si converte in luminosa e nel segno di salvezza.
Pensieri per il Vangelo di oggi
«Chi non rinnega se stesso non può avvicinarsi a Colui che è al di sopra di lui. Ma se ci abbandoniamo, dove andremo fuori di noi stessi?» (San Gregorio Magno)
«Non si tratta di una croce ornamentale, o di una croce ideologica, ma è la croce della vita, è la croce del proprio dovere, la croce del sacrificarsi per gli altri con amore. Nell’assumere questo atteggiamento, queste croci, sempre si perde qualcosa.» (Francesco)
«Mediante la sua obbedienza di amore al Padre « fino alla morte di croce » (Fil 2,8), Gesù compie la missione espiatrice del Servo sofferente che giustifica molti addossandosi la loro iniquità (Cf Is 53,11)» (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 623)