La Parola della Domenica 3 aprile

La Parola della Domenica 3 aprile

Dal libro del profeta Isaìa Così dice il Signore, che aprì una strada nel mare e un sentiero in mezzo ad acque possenti, che fece uscire carri e cavalli, esercito ed eroi a un tempo; essi giacciono morti, mai più si rialzeranno, si spensero come un lucignolo, sono estinti: «Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada immetterò fiumi nella steppa. Mi glorificheranno le bestie selvatiche, sciacalli e struzzi, perché avrò fornito acqua al deserto, fiumi alla steppa,per dissetare il mio popolo, il mio eletto. Il popolo che io ho plasmato per me celebrerà le mie lodi».Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési Fratelli, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui, avendo come mia giustizia non quella derivante dalla Legge, ma quella che viene dalla fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede: perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti. Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.
Dal Vangelo secondo Giovanni In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più». Gli condussero una donna… e la posero in mezzo. Donna senza nome, che per scribi e farisei non è una persona, è il suo peccato; anzi è una cosa, che si prende, si porta, si mette di qua o di là, dove a loro va bene. Si può anche mettere a morte. Sono funzionari del sacro, diventati fondamentalisti di un Dio terribilmente sbagliato. «Maestro, secondo te, è giusto uccidere…?». Quella donna ha sbagliato, ma la sua uccisione sarebbe ben più grave del peccato che vogliono punire. Gesù si chinò e scriveva col dito per terra…, mostrando così la strada: invita tutti a chinarsi, a tacere, a mettersi ai piedi non di un codice penale ma del mistero della persona. «Chi di voi è senza peccato getti per primo la pietra contro di lei». Gesù butta all’aria tutto il vecchio ordinamento legale con una battuta sola, con parole definitive e così vere che nessuno può ribattere. E se ne andarono tutti. Allora Gesù si alza, ad altezza del cuore della donna, ad altezza degli occhi, con tutto il rispetto dovuto a un principe, e la chiama “donna”, come farà con sua madre: Nessuno ti ha condannata? Neanch’io lo faccio. Eccolo il maestro vero, che non s’impalca a giudice, che non condanna e neppure assolve; ma fa un’altra cosa: libera il futuro di quella donna, cambiandole non il passato ma l’avvenire: Va’ e d’ora in poi non peccare più: poche parole che bastano a riaprire la vita. Il Signore sa sorprendere ancora una volta il nostro cuore fariseo: non chiede alla donna di confessare il peccato, non le chiede di espiarlo, non le domanda neppure se è pentita. È una figlia a rischio della vita, e tanto basta a Colui che è venuto a salvare. E la salvezza è sciogliere le vele (io la vela, Dio il vento). E si rivolge alla luce profonda di quella creatura, vi intinge la penna come uno scriba sapiente: «Scrivo con una minuscola bilancia come quella dei gioiellieri. Su un piatto depongo l’ombra, sull’altro la luce. Un grammo di luce fa da contrappeso a diversi chili d’ombra…». Le scrive nel cuore la parola “futuro”. Le dice: «Donna, tu sei capace di amare. Questo tu farai…». Gesù smonta i patiboli su cui spesso trasciniamo noi stessi e gli altri. Lui sa bene che solo uomini e donne perdonati e amati possono disseminare attorno a sé perdono e amore. I due soli doni che non ci faranno più vittime. Che non faranno più vittime né fuori né dentro di noi.
Amnesty International Italia pubblica il Rapporto sulla situazione dei diritti umani nel mondo. Aumentano i conflitti L’aumento dei conflitti nel mondo è il dato centrale del nuovo rapporto. Di questa tragica “mappa” fanno parte Afghanistan, Myanmar, Yemen, Burkina Faso, Libia, Israele e Territori palestinesi, oltre ovviamente alla Siria. La situazione in Africa Spostandosi in Africa, Amnesty ha citato la guerra in Etiopia, nel Tigray, la violenza inaudita dei gruppi armati tigrini sulle donne e ragazze della regione Amhara, con il ricorso allo stupro come arma di guerra e vendetta, oltre all’incursione delle forze armate dell’Eritrea e ai 5 milioni di persone affamate senza che gli aiuti riescano a raggiungerle. Guardando all’anno da poco iniziato, l’attenzione è rivolta al Sahel dove la crisi si sta espandendo anche a livello geografico per la minaccia combinata dei gruppi armati jihadisti, la debolezza o l’assenza di Stato e la presenza di forze straniere, in un contesto di siccità e scarso accesso a cibo e vaccini. Per parte dell’Africa c’e’ anche da temere una crisi alimentare di grande entità come conseguenza della guerra tra Russia e Ucraina, i due Paesi ‘granai’ del continente. Medio Oriente e Bielorussia In Medio Oriente l’attenzione di Amnesty International è focalizzata sulla drammatica situazione in Egitto, dove sono 60 mila i prigionieri di opinione. Critiche anche ad Israele, per quella che Amnesty definisce una politica di espansione degli insediamenti illegali. Particolarmente preoccupante la situazione dei diritti umani in Iran, dove la detenzione di cittadini europei viene utilizzata a scopo diplomatico e per trarne altri vantaggi. Iran, Egitto, Arabia Saudita sono inoltre i Paesi che totalizzano il maggior numero di condanne a morte. In Europa centro-orientale, Amnesty International ha deplorato la repressione sempre più dura in atto in Russia ai danni di oppositori, giornalisti e società civile, ridotta al silenzio. In Bielorussia, invece, “più che une repressione di stato, siamo di fronte ad un’impresa criminale” in atto dopo l’elezione contestata di Aleksandr Lukashenko, con più di mille prigionieri di coscienza. La Bielorussia è accusata da Amnesty anche per la vicenda dei migranti bloccati al confine con la Polonia in condizioni disumane e in palese violazione dei diritti umani. L’America Latina l’America Latina si conferma la regione più pericolosa del mondo, con ben 252 difensori dei diritti umani uccisi, di cui 138 solo in Colombia. Nove persone su dieci non vaccinate in alcuni Paesi Ancora una volta nel rispondere a una crisi sanitaria, i profitti sono venuti prima delle vite umane. C’è la volontà di far prevalere interessi di parte, legati alla nazione, lasciando indietro gli altri. Le discriminazioni razziali Il rischio di considerare questo problema di secondo piano è concreto, lo registriamo in numerosi Paesi dove ci sono rifugiati meritevoli di protezione ed altri da allontanare. Proprio la guerra in Ucraina ha dimostrato che un modello di accoglienza diverso è possibile, ma lo scorso anno non lo abbiamo visto all’opera La questione ambientale che oggi sembra essere finita di nuovo lontana dai riflettori.

31 marzo 2022, parrocchiadiprestino