Dal libro del Siràcide La sapienza fa il proprio elogio, in Dio trova il proprio vanto, in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria. Nell’assemblea dell’Altissimo apre la bocca, dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria, in mezzo al suo popolo viene esaltata, nella santa assemblea viene ammirata, nella moltitudine degli eletti trova la sua lode e tra i benedetti è benedetta, mentre dice: «Allora il creatore dell’universo mi diede un ordine, colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse: “Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele, affonda le tue radici tra i miei eletti”. Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creato, per tutta l’eternità non verrò meno. Nella tenda santa davanti a lui ho officiato e così mi sono stabilita in Sion. Nella città che egli ama mi ha fatto abitare e in Gerusalemme è il mio potere. Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, nella porzione del Signore è la mia eredità, nell’assemblea dei santi ho preso dimora».
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. Perciò anch’io [Paolo], avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell’amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi.
Dal Vangelo secondo Giovanni In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.
In principio, punto sorgivo da cui tutto ha inizio e senso. Senza di lui nulla di ciò che esiste è stato fatto. Un’esplosione di bene, e non il caos, ha dato origine all’universo. Non solo gli esseri umani, ma anche la stella e il filo d’erba e la pietra e lo scricciolo appena uscito dal bosco, tutto è stato plasmato dalle sue mani. Siamo da forze buone miracolosamente avvolti, scaturiti da una sorgente buona che continua ad alimentarci, che non verrà mai meno, fonte alla quale possiamo sempre attingere. E scoprire così che in gioco nella nostra vita c’è sempre una vita più grande di noi, e che il nostro segreto è oltre noi. Mettere Dio ‘in principio’, significa anche metterlo al centro e alla fine. Ogni uomo, e vuol dire davvero così: ogni uomo, ogni donna, ogni bambino, ogni anziano è illuminato; nessuno escluso, i buoni e i meno buoni, i giusti e i feriti, sotto ogni cielo, nella chiesa e fuori dalla chiesa, nessuna vita è senza un grammo di quella luce increata, che le tenebre non hanno vinto, che non vinceranno mai. In Lui era la vita… Cristo non è venuto a portare una nuova teoria religiosa o un pensiero più evoluto, ma a comunicare vita, e il desiderio di ulteriore vita. Qui è la vertigine del Natale: la vita stessa di Dio in noi. Non solo si è fatto uomo, e ci sarebbe bastato; non solo si è fatto Gesù di Nazaret, si è fatto carne, creta, fragilità, bambino impotente, affamato di latte e di carezze, agnello inchiodato alla croce, in cui grida tutto il dolore del mondo. Dio non si merita, si accoglie: sa di porte che si aprono, di grembi che fanno spazio alla vita e danzano: si accoglie solo ciò che da gioia. Cristo, energia di nascite, nasce perché io nasca. Nasca nuovo e diverso, nasca figlio.

31 dicembre 2021, parrocchiadiprestino