La Parola della Domenica 29 agosto

La Parola della Domenica 29 agosto

O Padre, che sei vicino al tuo popolo ogni volta che ti invoca, fa’ che la tua parola seminata in noi purifichi i nostri cuori e giovi alla salvezza del mondo.

Dal libro del Deuteronòmio Mosè parlò al popolo dicendo: «Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso della terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi. Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla; ma osserverete i comandi del Signore, vostro Dio, che io vi prescrivo. Le osserverete dunque, e le metterete in pratica, perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: “Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente”. Infatti quale grande nazione ha gli dèi così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo? E quale grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi do?».

Dalla lettera di san Giacomo apostolo Fratelli miei carissimi, ogni buon regalo e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre, creatore della luce: presso di lui non c’è variazione né ombra di cambiamento. Per sua volontà egli ci ha generati per mezzo della parola di verità, per essere una primizia delle sue creature. Accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza. Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi. Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo.

Dal Vangelo secondo Marco In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:  “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono
precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».
Si celebrerà in settimana, precisamente mercoledì 1° settembre, la Giornata nazionale per la custodia del Creato, che da alcuni anni i vescovi italiani promuovono in sintonia con quanto avviene nel resto del mondo cristiano. E non solo: sono attivi da tempo movimenti e associazioni — Greenpeace, WWF, Legambiente e altri — privi di connotazioni religiose, ma tesi a salvaguardare da ulteriore degrado la natura e l’ambiente. Si potrà discutere sui metodi talora da essi usati per perseguire i loro obiettivi, che però restano nobili e lungimiranti, e nell’ottica cristiana sono in sintonia con quanto dice la Bibbia, cioè con la volontà di Dio: se gli uomini sono invitati a riprodursi, dovranno pur badare al bene delle prossime generazioni; se consegneranno loro una terra (il suolo, l’acqua, l’aria) inquinata e sfruttata oltre misura, sarebbe come mettere al mondo figli per poi ucciderli. Senza dimenticare che la terra è per tutti, e non solo per i “furbi” a danno di tanti altri. Della cura di comportarsi in linea con la Parola di Dio parla il vangelo, rovesciando la questione: non se un certo comportamento vada contro la volontà di Dio, ma se, presentato come volontà di Dio, lo sia davvero. Contestano a Gesù che i suoi discepoli non rispettano norme ritenute sacre; il caso presentato riguarda semmai l’igiene, non la legge di Dio; nulla del genere si trovava nella legge di Mosè, il quale aveva raccomandato: “Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla”. Dunque le prescrizioni igieniche non hanno rilevanza religiosa, come tanti altri degli oltre seicento precetti che scribi e farisei presentavano come voluti da Dio, con la conseguenza di rendere impuro chi non li rispettava. Gesù profitta di questa futile contestazione per pronunciare parole importanti: contano le intenzioni, i propositi, i sentimenti, non quello che ci piove addosso senza volerlo. Ma a parte il caso del vangelo odierno, davvero i cristiani, e in particolare i primi responsabili della Chiesa, devono vigilare perché non si faccia passare per volontà di Dio quello che non lo è. Occorre ricordare in proposito che le verità di fede e le norme di vita cui deve attenersi chi vuole dirsi cristiano sono poche; la maggior parte delle credenze e delle pratiche connesse con la fede – dal rosario alle apparizioni della Madonna, dalle penitenze corporali ai pellegrinaggi, e si potrebbe continuare – sono di libera scelta; la Chiesa vigila soltanto che non contrastino con la fede. In questo quadro, tornando alla Giornata del prossimo mercoledì: la custodia del Creato non è un dogma di fede, ma di certo non la contrasta; anzi! Basterebbe ricordare che “Dio pose l’uomo nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse”: non, lo sfruttasse e lo facesse degradare.

L’Occidente ha la colpa di aver regalato sogni e speranze al popolo afghano, che ora non ci sono più. Sono drammatiche e addolorate le parole del cardinale Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e presidente della Comece, Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione europea. Il porporato stigmatizza la geopolitica adottata in Afghanistan dagli Stati Uniti e critica l’atteggiamento della politica europea, che tende ad esportare valori che poi però non mette in atto e che ora preclude alla possibilità di corridoi umanitari per gli afghani in fuga.Eminenza, come viene visto dai vescovi europei, l’atteggiamento di chiusura di molti Paesi dell’Europa nei confronti dell’apertura dei corridoi umanitari per chi è in fuga dall’Afghanistan? Fa male vedere l’atteggiamento di questi, diciamo, uomini e donne della politica, perché c’è un dramma umano ed è colpa nostra, è colpa della politica dell’Occidente, che ha dato speranza a tante donne prima, ma anche a tanti e tante giovani, a tanti ragazzi, la speranza di avere un mondo migliore, con istruzione e libertà, e se si regalano questi sogni bisogna anche fare qualcosa per aiutare dopo, è normale. L’Europa parla sempre di alti valori, un po’ come una insegnante del mondo, ma quando serve, quando è necessario vivere questi valori, allora noi non ci siamo e questo darà un’immagine terribile dell’Europa alle persone che sono nel bisogno.Secondo la Comece, quali sono stati i fattori determinanti all’origine della disfatta internazionale in Afghanistan, che è di nuovo nelle mani dei talebani?  Io dovrei andare a vedere cosa gli analisti politici hanno detto, ma penso che prima c’era un impegno, che era un impegno circa una presenza in Afghanistan, ma non con tutte le forze possibili, per preparare l’esercito afghano, per prendere la situazione in mano, ma è chiaro che non ha funzionato. Forse non sono state prese le necessarie misure contro la corruzione in quel Paese, forse non c’era veramente conoscenza di tutti i legami politici, ma la politica, in Afghanistan, è stata anche una politica geostrategica e penso che ora l’America voglia dirigere tutti i suoi sforzi verso l’Asia. Io penso che forse, qualche volta, questa geopolitica vada attuata, in generale, però, si dovrebbe fare di tutto per dialogare con la gente, per comprendere che cosa vuole, si dovrebbero cercare e trovare compromessi in ordine di salvaguardare le vite umane, la vita della gente che vive in questi Paesi. È giusto, opportuno, aprire al dialogo con i talebani in questa fase?È difficile rispondere correttamente, occorrerebbero molte informazioni che io non ho. Ma, in genere, io penso che Dio lavori in ogni uomo, che in ogni uomo ci sia qualcosa di buono, dunque si può sempre, diciamo, osare fare un dialogo. In sincerità, se non riusciamo allora si deve chiudere. Ma questa è piuttosto una attitudine cristiana, cattolica, vedere che lo Spirito Santo lavora in tutto il mondo.

A SAN GIUSEPPE Salve, custode del Redentore, e sposo della Vergine Maria. A te Dio affidò il suo Figlio; in te Maria ripose la sua fiducia;
con te Cristo diventò uomo.
O Beato Giuseppe, mostrati padre anche per noi, e guidaci nel cammino della vita. Ottienici grazia, misericordia e coraggio, e difendici da ogni male. Amen.   PER LA FAMIGLIA Gesù, Maria e Giuseppe, in voi contempliamo lo splendore del vero amore, a voi, fiduciosi, ci affidiamo. Santa Famiglia di Nazaret, rendi anche le nostre famiglie luoghi di comunione e cenacoli di preghiera, autentiche scuole di Vangelo e piccole Chiese domestiche. Santa Famiglia di Nazaret, mai più ci siano nelle famiglie episodi di violenza, di chiusura e di divisione; che chiunque sia stato ferito o scandalizzato venga prontamente confortato e guarito. Santa Famiglia di Nazaret, fa’ che tutti ci rendiamo consapevolidel carattere sacro e inviolabile della famiglia, della sua bellezza nelprogetto di Dio.

27 agosto 2021, parrocchiadiprestino