La Parola della Domenica 6 dicembre

La Parola della Domenica 6 dicembre

O Dio, Padre di ogni consolazione, che agli uomini pellegrini nel tempo hai promesso terra e cieli nuovi, parla oggi al cuore del tuo popolo, perché in purezza di fede e santità di vita possa camminare verso il giorno in cui manifesterai pienamente la gloria del tuo nome.

Dal libro del profeta Isaìa «Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio – Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati». Una voce grida: «Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata. Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno, perché la bocca del Signore ha parlato». Sali su un alto monte,tu che annunci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede. Come un pastore egli fa pascolare il greggee con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri».

 

Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza.

 

Dalla seconda lettera di san Pietro apostolo Una cosa non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni come un solo giorno. Il Signore non ritarda nel compiere la sua promessa, anche se alcuni parlano di lentezza. Egli invece è magnanimo con voi, perché non vuole che alcuno si perda, ma che tutti abbiano modo di pentirsi. Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli spariranno in un grande boato, gli elementi, consumati dal calore, si dissolveranno e la terra, con tutte le sue opere, sarà distrutta. Dato che tutte queste cose dovranno finire in questo modo, quale deve essere la vostra vita nella santità della condotta e nelle preghiere, mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio, nel quale i cieli in fiamme si dissolveranno e gli elementi incendiati fonderanno! Noi infatti, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia. Perciò, carissimi, nell’attesa di questi eventi, fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia.

Dal Vangelo secondo Marco Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto:Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali.Io vi ho battezzato con acqua,ma egli vi battezzerà in Spirito Santo
Due voci parlano del venire di Dio. Isaia, voce del cuore: Viene il Signore con potenza. Ma subito specifica: con la potenza della tenerezza, tiene sul petto i piccoli agnelli e conduce pian piano le pecore madri. Tenerezza di Dio, potenza possibile ad ogni uomo.Giovanni delle acque e del sole: Viene uno dopo di me ed è il più forte. Lui ci battezzerà, ci immergerà nel turbine santo di Dio. I due profeti usano lo stesso verbo, in un eterno presente: Dio viene, viaggiatore dei secoli e dei cuori, viene come seme che diventa albero, come lievito che solleva la pasta, come profumo di vita per la vita. C’è chi sa vedere i cieli riflessi in una goccia di rugiada, il profeta vede il cammino di Dio nella polvere delle nostre strade. Dio si avvicina, nel tempo e nello spazio, dentro le cose di tutti i giorni, alla porta della tua casa, ad ogni tuo risveglio. Prima parola della prima riga di Marco: Inizio del vangelo di Gesù. Si può allora iniziare di nuovo, anche da là dove la vita si è arrestata, si può ripartire e aprire futuro. Ma come trovarne la forza? Inizio di una bella notizia… da qui, solo a partire da una buona notizia si può ricominciare a vivere, a progettare, a stringere legami, e mai partendo da amarezze, da sbagli, dal male che assedia. E se qualcosa di cattivo o doloroso è accaduto, buona notizia diventa il perdono, che lava via gli angoli più oscuri del cuore. Inizio di una bella notizia che è Gesù. Lui, mani impigliate nel folto della vita, racconto della tenerezza di Dio, annuncio che è possibile, per tutti, vivere meglio e che il vangelo ne possiede la chiave. Il futuro buono è Dio sempre più vicino, vicino come il respiro, vicino come il cuore, profumo di vita. Viene dopo di me uno più forte di me. Gesù è il più forte perché l’unico che parla al cuore (cfr Is 40, 1-2). Tutte le altre sono voci che vengono da fuori, la sua è l’unica che suona in mezzo all’anima. Perché ciò che conta è soltanto il fondo del cuore dell’uomo. E ciò che è vero nel cuore fa saltare tutto un mondo di scuse e di pretesti, di apparenze. Viene colui che è più forte, il Regno di Dio non è stato sopraffatto da altri regni: l’economia, il mercato, il denaro. Il mondo è più vicino a Dio oggi di ieri. Lo attestano la crescita della libertà, il fiorire del femminile, il rispetto e la cura per i disabili, l’amore per l’ambiente… La buona notizia è una storia gravida di futuro buono per il mondo, perché Dio è sempre piùvicino, vicino come un abbraccio. E profuma di vita la vita

La storia di Gesù secondo Marco inizia in un modo unico. “Sei tutto di fretta?”. «Inizio del Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio». Punto. “Hai del tempo a disposizione?”, è l’altra alternativa. Visto che la fretta non è tua compagna, allora accetta di ascoltare tutta la storia che ti voglio raccontare: «Come sta scritto …». Marco, quando usa la penna, è un cesellatore di memoria: “Se vuoi sapere chi è stato Gesù Cristo per me – è la sua preoccupazione – allora devi essere disposto a metterti in gioco. A seguirmi”. Nessun Vangelo ha la forza d’urto di questo: il tempo è poco, Cristo è ormai sulla soglia di casa, urge che l’umano cambi rotta: «Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri». Tradotto col linguaggio della gente di paese: “Non c’è più tempo da perdere. Ciò che resta da fare è rimboccarsi le maniche”. È pratico, Marco; chi è stato Cristo per lui: questo vuol far percepire ai suoi lettori. Che possano aver la grazia d’apprendere chi è Cristo per loro. Per chi ha fretta, per chi ha tempo. Giovanni, scorbutico di Dio, è «voce di uno che grida nel deserto». Grida: il popolo si è pericolosamente assopito. E nel grido nasconde la più bella delle rivelazioni: «Viene dopo di me colui che è più forte di me». Il Battista ha buona-vista: dentro una storia che tutti hanno sotto gli occhi, gli riesce di scorgere cose che nessuno scorge. Intravede un Uomo già in arrivo: “Non c’è tempo da perdere. Eccolo, viene!” Usa verbi di avvicinamento – “venire, slegare, battezzare” -, li coniuga col tempo che è tipico di chi vede le cose già in atto, di chi ha il coraggio d’appendere il cartello con scritto lavori-in-corso: «Viene».  È indicazione di Presenza. A distrarsi quando il treno della salvezza sta passando, non resterà che il retrogusto della malinconia: “Ormai è troppo tardi”. A spingere sull’attenzione – il passatempo preferito di Giovanni – sboccia l’altra faccia del tempo, fretta di profezia: “Prima che sia troppo tardi”. Per ambo le facce, ciò che conta è che d’ora innanzi c’è un Uomo la cui grandezza è pure la sua fatica: «Viene». Ha promesso, eccolo: non è un mentitore! Il mondo è in stato di parto: laddove tutti vedono sempre le solite-cose, c’è chi ha occhi così buoni da intravedere cose tutte-nuove. Che, poi, non son cose diverse: sono le solite-cose di sempre. Che, però, al Suo passaggio, splendono di una luce tutta-nuova: «Ha fatto risplendere la vita». C’è un mondo che sta sotto i nostri occhi: è il mondo che vedono tutti. Dentro questo mondo, c’è tutto un altro mondo, un mondo in corso-d’opera: è quello che il Battista, allenatosi a colpi di deserto e di rinunce, vuole a tutti i costi che la gente noti. Che s’accorga che la speranza è sempre incinta: dal vecchio partorisce il nuovo, prende il nuovo e lo fa risplendere. Con ciò che è rotto s’intestardisce nel rimetterci mano Dio-restauratore.“È inizio della Buona-Notizia”: che forza se ne sta nascosta in questo preludio: «Inizio del Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio». Quasi fosse un punto-e-a-capo: il passato è passato, ora è tempo di voltar pagina. E, guarda caso, s’inizia con una notizia-buona, una Buona Novella: in un mondo di cattive notizie, a destare stupore è quella buona. Che diventerà benedizione. “Benedire” è verbo di augurio: bene-dire è il contrario di male-dire. Dio, quando inizia, inizia dicendo-bene di me: tra le notizie, è l’inaspettata. Anche la più feriale: giorno dopo giorno, passo-passo, Dio viene. Perderselo – «Viene» – è perdersi. Rischiare di non trovarsi più.

4 dicembre 2020, parrocchiadiprestino