In Agenda dal 31 agosto al 6 settembre

In Agenda dal 31 agosto al 6 settembre

Lun 31

s. Abbondio: Messa ore 9; ore 15 collab. Noi sempre giovani

Ma1 set

Messa ore 9; 17.45 cresimandi; ore 20.45 collaboratori incontri genitori

Mer 2

Messa ore 9 anniv. 50mo Giampiero e Franca

Gio 3

Messa ore 9; 17.45 cresimandi

Ven 4

Messa ore 9

Sab 5

Messa ore 18 def. Cerrito Teresa

Dom 6

Messe ore 9 e 11 comunità

. Possibile trovare volontari per riprendere nel modo consueto la pulizia della chiesa? Rivolgersi a Pia. E anche per le domeniche tutti sono benvenuti un po di regolarità ci educa

. poche Comunioni: perché non dialogare o confessarsi con un sacerdote? Don Rossano sarà a Prestino il 19 settembre dalle alle; don Marco generalmente i sabati dalle 15 alle 17 o basta domandare

. https://ecumenismo.chiesacattolica.it/2020/06/11/15a-giornata-nazionale-per-la-custodia-del-creato/

. 20 27 settembre e 4 ottobre ore 11 celebrazione della Santa Cresima. Visto esiguo numero di ragazzi è possibile partecipare alla celebrazione, che non sarà particolarmente più lunga. Eventualmente si suggerisce di partecipare a altri orari o a Breccia alle ore 10.30

Rinnovaci con il tuo Spirito di verità, o Padre, perché non ci lasciamo deviare dalle seduzioni del mondo, ma come veri discepoli, convocati dalla tua parola, sappiamo discernere ciò che è buono e a te gradito, per portare ogni giorno la croce sulle orme di Cristo, nostra speranza.

Dal libro del profeta Geremìa Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto violenza e hai prevalso.Sono diventato oggetto di derisione ogni giorno; ognuno si beffa di me. Quando parlo, devo gridare, devo urlare: «Violenza! Oppressione!». Così la parola del Signore è diventata per me causa di vergogna e di scherno tutto il giorno. Mi dicevo: «Non penserò più a lui, non parlerò più nel suo nome!». Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente,trattenuto nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo,
ma non potevo.

Rit: Ha sete di te, Signore, l’anima mia.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Fratelli, vi esorto, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.

Dal Vangelo secondo Matteo In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».

Se qualcuno vuole venire dietro a me… Vivere una storia con lui, ha un avvio così leggero e liberante: se qualcuno vuole. Se vuoi. Tu andrai o non andrai con Lui, scegli, nessuna imposizione; con lui «maestro degli uomini liberi», «fonte di libere vite» (D.M. Turoldo), se vuoi. Ma le condizioni sono da vertigine. La prima: rinnegare se stessi. Un verbo pericoloso se capito male. Rinnegarsi non significa annullarsi, appiattirsi, mortificare quelle cose che ti fanno unico. Vuol dire: smettila di pensare sempre solo a te stesso, di girarti attorno. Il nostro segreto non è in noi, è oltre noi. Martin Buber riassume così il cammino dell’uomo: «a partire da te, ma non per te». Perché chi guarda solo a se stesso non si illumina mai. La seconda condizione: prendere la propria croce, e accompagnarlo fino alla fine. Una delle frasi più celebri, più citate e più fraintese del Vangelo. La croce, questo segno semplicissimo, due sole linee, lo vedi in un uccello in volo, in un uomo a braccia aperte, nell’aratro che incide il grembo di madre terra. Immagine che abita gli occhi di tutti, che pende al collo di molti, che segna vette di monti, incroci, campanili, ambulanze, che abita i discorsi come sinonimo di disgrazie e di morte. Ma il suo senso profondo è altrove. La croce è una follia. Un «suicidio per amore», sosteneva Alain Resnais. Gesù parla di una croce che ormai si profila all’orizzonte e lui sa che a quell’esito lo conduce la sua passione per Dio e per l’uomo, passioni che non può tradire: sarebbe per lui più mortale della morte stessa. Prendi la tua croce, scegli per te qualcosa della mia vita. Di lui, il coraggioso che osa toccare i lebbrosi e sfidare i boia pronti a uccidere l’adultera; il forte che caccia dal tempio buoi e mercanti; il molto tenero che si commuove per due passeri; il rabbi che ama i banchetti e le albe nel deserto; il povero che mai è entrato nei palazzi dei potenti se non da prigioniero; il libero che non si è fatto comprare da nessuno; senza nessun servo, eppure chiamato Signore; il mite che non ha vinto nessuna battaglia e ha conquistato il mondo. Con la croce, con la passione, che è appassionarsi e patire insieme. Perché «dove metti il tuo cuore là troverai anche le tue ferite» (F. Fiorillo). Se vuoi venire dietro a me…Ma perché seguirlo? Perché andargli dietro? È il dramma di Geremia: basta con Dio, ho chiuso con lui, è troppo. Chi non l’ha patito? Beato però chi continua, come il profeta: nel mio cuore c’era come un fuoco, mi sforzavo di contenerlo ma non potevo. Senza questo fuoco (roveto ardente, lampada, o semplice cerino nella notte), posso anche guadagnare il mondo ma perderei me stesso.

“È tempo di ripensare tanti aspetti della nostra vita assieme, dalla coscienza di ciò che più vale e le dà significato, alla cura della stessa vita, così preziosa, alla qualità delle relazioni sociali ed economiche”: lo si legge nel messaggio della Conferenza episcopale italiana per la 15.ma Giornata Nazionale per la Custodia del Creato che si celebrerà l’1 settembre. Elaborato dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace e della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo, il testo sottolinea che la pandemia di Covid-19 “ha evidenziato tante situazioni di vuoto culturale, di mancanza di punti di riferimento e di ingiustizia, che occorre superare” e che in tale contesto di incertezza e fragilità “diventa fondamentale ricostruire un sistema sanitario fondato sulla centralità della persona e non sull’interesse economico.

Le conseguenze di un rapporto insostenibile con la Terra

I vescovi evidenziano che l’emergenza sanitaria ha messo in luce “un sistema socio-economico segnato dall’inequità e dallo scarto, in cui troppo facilmente i più fragili si trovano più indifesi”, ma anche “una capacità di reazione forte della popolazione, una disponibilità a collaborare”. E ora invitano a guardare “al nostro rapporto con l’ambiente”, a tenere conto del fatto che ” ‘tutto è connesso’ (LS 138) e la pandemia è anche il segnale di un ‘mondo malato’, come segnalava papa Francesco nella preghiera dello scorso 27 marzo”, “come la conseguenza di un rapporto insostenibile con la Terra”. Per i presuli “l’inquinamento diffuso, le perturbazioni di tanti ecosistemi e gli inediti rapporti tra specie che esse generano possono aver favorito il sorgere della pandemia o ne hanno acutizzato le conseguenze” e dunque invitano ad affrontare la crisi ambientale. “Troppo spesso abbiamo pensato di essere padroni e abbiamo rovinato, distrutto, inquinato, quell’armonia di viventi in cui siamo inseriti, sostengono.  SI tratta di quell’ “eccesso antropologico di cui parla Francesco nella Laudato si”.

Occorre recepire gli insegnamenti della Laudato si’

Per una svolta radicale i presuli esortano ad uno “sguardo contemplativo”, ad una “coscienza attenta, e non superficiale, della complessità in cui siamo” per “una nuova consapevolezza di noi stessi, del mondo e della vita sociale”. Da qui la necessità di stili di vita rinnovati, sia nelle relazioni, che nel rapporto con l’ambiente. A cinque anni dalla Laudato si’ e in questo anno dedicato alla celebrazione di questo anniversario (24 maggio 2020 – 24 maggio 2021) l’enciclica, sostiene il messaggio,  attende nelle nostre diocesi, nelle parrocchie, in tutte le associazioni e movimenti, “una ricezione corale per divenire vita, prospettiva vocazionale, azione trasfiguratrice delle relazioni con il creato, liturgia, gloria a Dio”. 

Dare vita a tante iniziative per la salvaguardia del creato

Infine i vescovi offrono alcune indicazioni per iniziative pastorali in tal senso: comunicare la bellezza del creato; denunciare le contraddizioni al disegno di Dio sulla creazione; educare al discernimento, imparando a leggere i segni della natura; dare una svolta agli atteggiamenti e alle abitudini non conformi all’ecosistema; scegliere di costruire una casa comune, frutto di un cuore riconciliato; mettere in rete le scelte locali, cioè far conoscere le buone pratiche di proposte eco-sostenibili e promuovere progetti sul territorio; promuovere liturgie ecumeniche in particolare per il “Tempo del Creato” (1 settembre – 4 ottobre); elaborare una strategia educativa integrale, che abbia anche dei risvolti politici e sociali; operare in sinergia con quanti nella società civile si impegnano nello stesso spirito; promuovere scelte radicali per la salvaguardia dell’ambiente.

29 agosto 2020, parrocchiadiprestino