La Parola della Domenica 17 maggio

La Parola della Domenica 17 maggio

Dal Vangelo di Giovanni: In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: ‘Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui’
Un Vangelo da mistici, di fronte al quale si può solo balbettare, o tacere portando la mano alla bocca. La mistica però non è esperienza di pochi privilegiati, è per tutti, «il cristiano del futuro o sarà un mistico o non sarà» (Karl Rahner). Il brano si snoda su sette versetti nei quali per sette volte Gesù ripropone il suo messaggio: in principio a tutto, fine di tutto, un legame d’amore. E sono parole che grondano unione, vicinanza, intimità, a tu per tu, corpo a corpo con Dio, in una divina monotonia: il Padre vi darà lo Spirito che rimanga con voi, per sempre; che sia presso di voi, che sarà in voi; io stesso verrò da voi; voi sarete in me, io in voi; mai orfani. Essere in, rimanere in: ognuno è tralcio che rimane nella vite, stessa pianta, stessa linfa, stessa vita. Ognuno goccia della sorgente, fiamma del roveto, respiro nel suo vento. Se mi amate. Un punto di partenza così libero, così umile. Non dice: dovete amarmi, è vostro preciso dovere; oppure: guai a voi se non mi amate. Nessuna ricatto, nessuna costrizione, puoi aderire o puoi rifiutarti, in totale libertà. Se mi amate, osserverete… Amarlo è pericoloso, però, ti cambia la vita. «Impossibile amarti impunemente» (Turoldo), senza pagarne il prezzo in moneta di vita nuova: se mi amate, sarete trasformati in un’altra persona, diventerete prolungamento delle mie azioni, riflesso del mio sguardo. Se mi amate, osserverete i comandamenti miei, non per obbligo, ma per forza interna; avrete l’energia per agire come me, per acquisire un sapore di cielo e di storia buona, di nemici perdonati, di tavole imbandite, e poi di piccoli abbracciati. Non per dovere, ma come espansione verso l’esterno di una energia che già preme dentro – ed è l’amore di Dio – come la linfa della vite a primavera, quando preme sulla corteccia secca dei tralci e li apre e ne esce in forma di gemme, di foglie, di grappoli, di fiori. Il cristiano è così: un amato che diventa amante. Nell’amore l’uomo assume un volto divino, Dio assume un volto umano. I comandamenti di cui parla Gesù non sono quelli di Mosè ma i suoi, vissuti da lui. Sono la concretezza, la cronaca dell’amore, i gesti che riassumono la sua vita, che vedendoli non ti puoi sbagliare: è davvero Lui. Lui che si perde dietro alla pecora perduta, dietro a pubblicani e prostitute e vedove povere, che fa dei bambini i conquistatori del suo regno, che ama per primo e fino a perdere il cuore. Non vi lascerò orfani. Io vivo e voi vivrete. Noi viviamo di vita ricevuta e poi di vita trasmessa. La nostra vita biologica va continuamente alimentata; ma la nostra vita spirituale vive quando alimenta la vita di qualcuno. Io vivo di vita donata.

STRALCIO DAL MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO PER LA PROSSIMA GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO

. «Quando si parla di migranti e di sfollati troppo spesso ci si ferma ai numeri. Ma… si tratta di persone! …E conoscendo le loro storie… potremo comprendere, per esempio, che quella precarietà che abbiamo sperimentato con sofferenza a causa della pandemia è un elemento costante della vita degli sfollati». È questo uno dei passaggi più significativi e attuali — perché legato alla contingenza della crisi provocata dal coronavirus

. Dedicato al tema degli sfollati interni — «milioni di famiglie… che fuggono dalla fame, dalla guerra, da altri pericoli gravi» — il testo è stato esteso «a tutti coloro che vivono esperienze di precarietà e di emarginazione a causa del Covid-19».

. Partendo dall’esperienza di Gesù Cristo sfollato e profugo assieme ai suoi genitori, la riflessione continua con una nuova articolazione dei quattro verbi con cui egli ha sintetizzato la pastorale migratoria. Tale articolazione presenta sei coppie di verbi, che corrispondono ad altrettante azioni concrete attraverso una relazione di causalità che lega tra loro i vari p1assaggi: conoscere per comprendere, farsi prossimo per servire, ascoltare per riconciliarsi, condividere per crescere, coinvolgere per promuovere, collaborare per costruire.

. il messaggio è del 13 maggio (BVM di Fatima, si conclude con una preghiera suggerita dall’esempio di san Giuseppe, esule con Maria in Egitto per sottrarre il figlio alla persecuzione di Erode.

Santa Maria, dolce madre amatissima e tenera sorella nostra, membro eletto della Chiesa del tuo Figlio: Vieni in nostro aiuto! Tu, Maria, onore del popolo sacerdotale, profetico e regale: fa’ che ciascuno di noi sia pienamente consapevole della grazia del proprio Battesimo e viva responsabilmente, e con gioia, secondo i doni ricevuti. Tu, Maria, prima discepola di Cristo, sostieni la nostra Chiesa perché diventi un luogo attraente e luminoso grazie ai doni e alle chiamate che i cristiani in essa vivono. Tu, Maria, modello della vita secondo lo Spirito, guida i battezzati perché testimonino una fede ardente. Conducili ad una carità operosa, promuovi in essi una speranza invincibile, in modo che le risorse personali diventino occasione di scambio e di crescita per tutti

16 maggio 2020, parrocchiadiprestino