La Parola della Domenica 12 Aprile

La Parola della Domenica 12 Aprile

Dal Vangelo di Matteo (cap. 28, 1-10)  Passato il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare il sepolcro. Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve. Per lo spavento che ebbero di lui le guardie tremarono tramortite. Ma l’angelo disse alle donne: «Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l’ho detto». Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annunzio ai suoi discepoli. Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: «Salute a voi». Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno».

La Pasqua è arrivata a noi attraverso gli occhi e la fede delle donne che avevano seguito Gesù, in un’alba ricca di sorprese, di corse, di paure: escono di casa nell’ora tra il buio e la luce, appena possibile, con l’urgenza di chi ama. Per visitare la tomba, vedere, guardare, soffermarsi, toccare la pietra. Ed ecco un gran terremoto e un angelo: concorso di terra e di cielo, la pietra rotola via, non perché Gesù esca, ne è già uscito, ma per mostrarlo alle donne: venite, guardate dove giaceva. Non è un sepolcro vuoto che rende plausibile la risurrezione, ma incontrare Lui vivente, e l’angelo prosegue: So che cercate Gesù, non è qui! Che bello questo: non è qui! C’è, esiste, vive, ma non qui. Va cercato fuori diversamente, un Dio da cogliere nella vita. Dovunque, eccetto che fra le cose morte. È dentro i sogni di bellezza, in ogni scelta per un più grande amore, dentro l’atto di generare, nei gesti di pace, nel grido vittorioso del bambino che nasce, nell’ultimo respiro del morente, nella tenerezza con cui si cura un malato. Alle volte ho un sogno: che al Santo Sepolcro ci sia un diacono per i cercatori che ripete: non è qui, vi precede. Cercate meglio, con occhi nuovi. Vi precede in Galilea, là dove tutto è cominciato, dove può ancora ricominciare. L’angelo incalza: ripartite, Lui si fida di voi, vi aspetta e insieme vivrete solo inizi. La risurrezione di Gesù è una novità rispetto ai miracoli di risurrezione: per Lazzaro si era trattato di un ritorno alla vita di prima, quasi un cammino all’indietro. Quella di Gesù invece è un cammino in avanti, entra in una dimensione nuova, capofila della lunga migrazione dell’umanità verso la vita di Dio. La risurrezione non è un’invenzione delle donne. Sarebbe stato più facile fondare il cristianesimo sulla vita di Gesù dedita al prossimo, a togliere barriere e pregiudizi… una vita buona da imitare. Molto più facile fondarlo sulla passione, su quel suo modo coraggioso di morire perdonando e affidandosi. La risurrezione, fondamento della Chiesanon è scelta degli apostoli, è un fatto che si è imposto su di loro. Il più arduo e il più bello di tutta la Bibbia. E ne ha rovesciato la vita.

11 aprile 2020, parrocchiadiprestino