La giornata contro lo spreco. Quanto ci costa il cibo buttato via?

La giornata contro lo spreco. Quanto ci costa il cibo buttato via?

Rieccolo, lo spreco alimentare. Il fantasma del “sovrappiù” gettato via dai fortunati del mondo – e d’Italia – che potrebbe sfamare chi non ha di che vivere. I dati della piaga che si apre sui campi, ma diventa incurabile nelle nostre case, sono e restano agghiaccianti: 15 i miliardi di euro di cibo che finiscono nella spazzatura ogni anno, lo 0,88% del Pil, di cui quasi l’80% all’interno delle mura domestiche. In cima alla classifica ci sono pane e verdure fresche, ma pesano anche bevande analcoliche, legumi, frutta fresca e pasta. Buttati via soprattutto a causa della distrazione casalinga, della poca programmazione nel fare gli acquisti e della scarsa cultura alimentare. Il mix porta gli italiani a bruciare a casa 12 miliardi di euro di cibo, 2,4 chili ogni mese a famiglia secondo la fotografia impietosa scattata dal Rapporto 2019 Waste Watchers e Last minute Market, presentato ieri alla Fao con il vicedirettore, Daniel Gustafson.

A livello globale va peggio: entro il 2030, secondo Fondazione Barilla, saranno gettate 2,1 miliardi di tonnellate di cibo (+61,5% rispetto a oggi), con danni sociali, per l’economia e l’ambiente. L’occasione per riflettere sul tema è la sesta Giornata contro lo spreco alimentare organizzata dal ministero dell’Ambiente per oggi. Unica buona notizia, la crescita della consapevolezza da parte degli italiani: negli ultimi quattro anni si è passati da 1 italiano su 2 che gettava cibo nella spazzatura una volta al giorno, a 1 su 100.

LA GIORNATA CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE

È cresciuta la consapevolezza degli italiani: negli ultimi quattro anni si è passati da 1 italiano su 2 pronto a gettare gli alimenti nella spazzatura una volta al giorno, a solo 1 su 100.

SUPERFICIALITÀ NEGLI ACQUISTI: ECCO QUANTO CI COSTA

2,4 CHILI
La quantità di cibo che viene sprecata ogni mese in una famiglia italiana, per distrazione nel fare la spesa o controllare le date di scadenza.

12 MILIARDI

Il valore dello spreco alimentare, in euro, che dipende soltanto dai consumatori: si tratta dell’80% della cifra totale di quello che viene buttato via.

2 SU 10

Gli italiani che si autoassolvono, convinti che lo spreco avvenga soprattutto nel commercio e nel pubblico, dalle scuole agli ospedali.

4 SU 10

Quelli che non provvedono a un controllo della dispensa prima di fare la spesa, oppure a congelare il cibo a rischio deperibilità.

5 MILIONI

Gli italiani che versano in condizione di povertà alimentare (dato Istat). Negli ultimi 10 anni questo numero è aumentato quasi del 60%.

LA DOGGY BAG QUESTA SCONOSCIUTA PER 7 ITALIANI SU 10

Si chiama “doggy bag”, è la scatola degli avanzi che ormai molti ristoranti anche in Italia propongono ai clienti per evitare lo spreco di cibo. A differenza di altri Paesi (in Francia è obbligatoria nei locali con più di 180 posti a sedere), da noi non è ancora un’usanza diffusa: a portarsi, talvolta, a casa gli avanzi della cena – secondo un’analisi condotta da Coldiretti – è solo un italiano su tre (33%), mentre una percentuale del 18% lo fa solo raramente. E, sempre secondo i dati, oltre il 50% dei ristoranti accumula sprechi. Numerose iniziative di promozione della “vaschetta antispreco” sono state lanciate in questi giorni, come quella di Banco Alimentare e Cuki con Just Eat: la catena la adotterà in oltre 10mila locali.

(di Viviana Daloiso)

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6 febbraio 2019, luigi-clerici