GMG Panama 2019, Papa Francesco: “rubate” i giovani alla cultura della morte
Il Papa, nella prima giornata a Panama in occasione della Gmg, dopo aver celebrato la messa in privato nella nunziatura apostolica alla presenza del personale con familiari ed amici, si è trasferito in auto al Palazzo presidenziale per la cerimonia di benvenuto e la visita di cortesia al Presidente della Repubblica di Panama, Juan Carlos Varela Rodríguez.
l’incontro privato, si è affacciato brevemente dal balcone. Subito dopo è andato al Palazzo Bolívar per l’incontro con le autorità, i membri del Corpo Diplomatico e i rappresentanti della Società Civile.
Nel discorso alle autorità il Papa ha sottolineato che la politica deve essere “sinonimo di onestà e giustizia, e il contrario di qualsiasi forma di corruzione” e la necessità, soprattutto da parte di “quanti ci diciamo cristiani” di avere “l’audacia di costruire una politica autenticamente umana”.
Subito dopo il Papa è andato nella parte vecchia della città per incontrare nella Chiesa di San Francesco i vescovi centramericani e ha affidato loro il mandato: “Vi esorto a promuovere programmi e centri educativi che sappiano accompagnare, sostenere e responsabilizzare i vostri giovani; per favore, ‘rubateli’ alla strada prima che sia la cultura della morte che, vendendo loro fumo e soluzioni magiche, catturi e sfrutti la loro immaginazione. E fatelo non con paternalismo perché non lo tollerano, non dall’alto in basso, perché non è questo che il Signore ci chiede, ma come padri, come fratelli verso fratelli”.
Il Pontefice analizza le cause di tanti disagi. “Famiglie molto spesso logorate da un sistema economico che non mette al primo posto le persone e il bene comune e che ha fatto della speculazione il suo ‘paradiso’ dove continuare a ingrassare non importa a spese di chi. E così i nostri giovani senza il calore di una casa, senza famiglia, senza comunità, senza appartenenza, sono lasciati in balìa del primo truffatore. Non dimentichiamo che ‘un vero dolore che esce dall’uomo, appartiene anzitutto a Dio’”, ammonisce Francesco rifacendosi al Diario di un curato di campagna di Georges Bernanos.