La Parola della Domenica – 13 gennaio

La Parola della Domenica – 13 gennaio

Padre d’immensa gloria, tu hai consacrato con potenza di Spirito Santo il tuo Verbo fatto uomo, e lo hai stabilito luce del mondo e alleanza di pace per tutti i popoli: concedi a noi che oggi celebriamo il mistero del suo battesimo nel Giordano, di vivere come fedeli imitatori del tuo Figlio prediletto, in cui il tuo amore si compiace. Egli è Dio, e vive e regna con te …

Dal libro del profeta Isaia «Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio. – Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati». Una voce grida: «Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata. Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno, perché la bocca del Signore ha parlato».
Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede. Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri».


Salmo
Benedici il Signore, anima mia.

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone. Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo, che Dio ha effuso su di noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, affinché, giustificati per la sua grazia, diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.

Dal vangelo secondo Luca In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

La gente del popolo andava a farsi battezzare da Giovanni. Oggi, in mezzo a quella fila, si presenta Gesù. Quello del Battista era un battesimo di acqua, segno di penitenza e conversione; quello del Cristo è di fuoco, col cielo che si apre e lo Spirito che scende, per noi segno efficace di perdono e speranza certa di vita eterna. Il cielo si aprì per noi grazie alla sua risurrezione, nella quale entriamo col sacramento del Battesimo.

Papa Benedetto, in questa festa, amministrando il battesimo a un gruppo di bambini, indicava Gesù che “stava in preghiera”: “Gesù parla col Padre suo. E siamo sicuri che Egli ha parlato non solo per sé, ma anche di noi e per noi; ha parlato anche di me, di ognuno di noi e per ognuno di noi”. Come su Gesù, il cielo si apre sopra di noi nel Sacramento. “Quanto più viviamo in contatto con Gesù nella realtà del nostro Battesimo, tanto più il cielo si apre sopra di noi”. Il cielo si apre per farci udire la stessa voce del Padre che in quel giorno disse a Gesù: “Tu sei il mio figlio prediletto”.

Il Padre ci dice: “Tu sei il mio figlio”. Nel battesimo siamo divenuti “da figli di genitori umani, anche figli di Dio nel Figlio del Dio vivente”. Figli nel Figlio, “confusi” con lui, come lui si era “mescolato” ai peccatori che andavano a farsi battezzare al fiume Giordano. L’incomparabilmente Santo si è unito ai peccatori, rivelando così il vero volto di Dio. Lo ha fatto durante tutta la sua vita, fino a morire sulla croce in mezzo a due ladroni, prendendo su di sé il peso di tutti i peccati dell’umanità.

La colomba che scende dal cielo, segno dello Spirito Santo, è come la colomba di Noè che annunciava la fine del diluvio e il ritorno dell’armonia, della vita e della pace, perché la missione di Gesù è quella di riconciliare tutti gli uomini con Dio e tra loro; come la colomba del Cantico dei Cantici, simbolo del popolo di Dio unito a lui quale sposa con lo sposo, perché la missione di Gesù è quella di convocare ed edificare la Chiesa, chiamata alla comunione con Dio, alla festa delle nozze eterne.

L’uomo non è soltanto terra e fango, ma cielo e luce; non solo carne e pesantezza, ma coscienza segnata dal destino di un’impareggiabile ascesa. “Ospitiamo in noi delle bestie selvagge; ma ogni creatura ragionevole, uomo o donna che sia, possiede la capacità di amare Dio e gli esseri” (S. Antonio).

E Gregorio di Nazianzo: “Onoriamo in questo giorno il battesimo di Cristo… Tutto è stato fatto perché voi diveniate come altrettanti soli, cioè forza vitale per gli altri uomini. Siate luci perfette dinanzi a quella luce immensa. Sarete inondati del suo splendore soprannaturale. Giungerà a voi, limpidissima e diretta, la luce della Trinità”.

Perché il cammino del Sinodo diventi per tutti noi occasione per rinnovare la nostra adesione di fede a Gesù Cristo, per tornare con decisione alla scuola del suo Vangelo, preghiamo.

Per tutte le comunità parrocchiali della nostra diocesi, perché nella comune ricerca e nel lavoro sinodale possano crescere nella fede e diventare luoghi di comunione e di fraternità, preghiamo.

 

Perché il Sinodo, attraverso la riflessione e il discernimento, sappia riconoscere i diversi carismi che lo Spirito suscita nella nostra Chiesa e promuova nuove forme di servizio, preghiamo.

 

Per la nostra Chiesa diocesana: con il Sinodo scopra i segni della presenza di Dio negli avvenimenti della vita e si apra a Cristo, unico salvatore, preghiamo.

 

Perché l’esperienza del Sinodo ci veda capaci di continuo riferimento alla Parola che salva per poter vivere ogni momento della nostra esistenza alla luce del disegno di Cristo, preghiamo.

 

Per la nostra comunità ecclesiale: attraverso il Sinodo dia vita ad esperienze forti di ascolto e di condivisione della Parola di Dio, per un rinnovato impegno missionario, preghiamo. Perché il Sinodo ci solleciti a un rinnovato incontro con Cristo, e la sua Parola affascini e provochi in noi scelte profetiche per la vita della nostra comunità cristiana, preghiamo.

 

Perché durante questo tempo di Sinodo, non manchi la nostra partecipazione attenta e responsabile per una crescita delle nostre comunità, preghiamo.

11 gennaio 2019, parrocchiadiprestino