Ogni sera

Ogni sera

Ogni sera con il cane esco, svolto l’angolo e cammino cinque minuti lungo un gran viale alberato. Costeggiamo due aiuole, passiamo un semaforo, poi traversiamo, sempre allo stesso angolo. Una piccola anonima via, nessuno in giro. Mi fermo davanti a un portone illuminato. È uguale, ancora. Scorro i nomi sul citofono, come se potessi trovare il suo. Alzo gli occhi a un balcone: lui coltivava rose e gelsomini, ora è spoglio. Quante volte, quando avevo venti o venticinque anni, mi telefonavi, e io rispondevo distrattamente, e non avevo mai tempo. Altre, allora, erano le telefonate importanti, altre le cene che non volevo perdermi. Ma cosa darei ora, papà, per ritrovarti per un solo minuto, e quante cose avrei da domandarti.

Continua a leggere l’articolo da Avvenire…

4 ottobre 2018, luigi-clerici