La presenza vera dei nostri «custodi». Manteniamo accesa la luce sugli angeli
Da piccoli è la lampada accesa accanto alla testiera del letto. La statuina del presepe con la faccia di bimbo che suona la tromba. Il segnalibro tra le pagine da colorare. Per molti, per quasi tutti, insieme al Padre Nostro e all’Ave Maria, la preghiera all’angelo custode è la prima che impariamo. Ci si rivolge a lui, come se fosse un fratellino, un amico con cui giocare, un compagno di viaggio nei labirinti dell’infanzia, quelli che attraversiamo di corsa, quasi senza accorgercene, spesso con le ginocchia sbucciate.
4 ottobre 2018,